Fare multe su multe porta tanti soldi nelle casse comunali, ma anche tanto lavoro in più. E così alcune amministrazioni tentano di guadagnare tempo.
Fare multe con i moderni sistemi elettronici è troppo facile, anche troppo. I Comuni che puntano a “fare cassa” con le multe si trovano però a gestire una quantità di documenti esagerata, con il rischio di mandare in tilt gli uffici competenti. Che fare allora? Per guadagnare tempo prezioso, pare sia normale “giocare” con i termini di legge per comunicare le multe. Ecco cosa fanno i Comuni “furbi” e come difendersi.
Cosa sono i termini e la notifica: I “Termini” sono periodi di tempo ben definiti entro i quali un soggetto ha la possibilità di compiere un’azione legale. In molti casi non rispettare questi limiti significa non poter più esercitare il “diritto”: nel nostro caso, una notifica in ritardo permette di impugnare la multa. Per notifica si intende l’invio del verbale della multa all’interessato.
90 Giorni per la multa, Il codice della strada, all’articolo 201, prevede che “il verbale, con gli estremi precisi e dettagliati della violazione e con la indicazione dei motivi che hanno reso impossibile la contestazione immediata, deve, entro novanta giorni dall’accertamento, essere notificato”. Sembrerebbe chiaro, ma l’inghippo sta nel momento in cui si devono iniziare a contare i 90 giorni.
Il trucchetto dei Comuni, Molti Comuni fanno partire i 90 giorni dal momento in cui la polizia ha in mano la foto con i rilevamenti degli autovelox. Evidentemente con questo “trucchetto” l’accertamento può essere spostato avanti di alcuni giorni per permettere all’amministrazione di guadagnare tempo prezioso e effettuare la notifica apparentemente entro i tempi previsti.
L’interpretazione corretta, In realtà per accertamento bisogna intendere il momento in cui viene commessa l’infrazione, non importa se questa è rilevata da un apparecchiatura elettronica o da un agente, quindi i 90 giorni devono partire dal giorno in cui l’autovelox scatta la foto (sentenza Corte Costituzionale 198/1996 e Cassazione 2951/98 e 12023/2000), tutt’al più in certi casi i giudici contano 90 giorni 24 ore dopo lo scatto. Questo il tempo massimo necessario per avere tra le mani la documentazione.
I messi non valgono, È opinione diffusa che un verbale si consideri notificato dalla polizia quando è consegnato alle poste entro i 90 giorni. Però è possibile sostenere (sentenza Cassazione e altre decisioni di merito alla mano) che la sola consegna alle Poste non legittimi chi ha fatto il verbale a considerarlo notificato entro i termini di legge, se questo arriva oltre i 90 giorni o la giacenza presso l’ufficio postale si verifichi sempre oltre questo termine.
Fonte: “inSella”