I protettori per il petto, detti anche “Chest Protector” servono a impedire che in caso di urto, alla fastidiosa rottura di una o più costole si aggiunga anche un trauma toracico che è ben più grave. Erano nati per i piloti in pista, molto esposti a questi danni a causa della posizione di guida delle moto da corsa. Gli studi più recenti (in particolare quelli del Trauma Center di Niguarda-Milano), hanno però dimostrato che i danni al torace sono frequenti anche negli incidenti in città, in particolare tra gli scooteristi per la struttura del mezzo. Vediamo allora di conoscerli meglio e di scoprire come indossarli, vedendo infine chi li propone nei propri cataloghi.
Anche i Chest Protector sono certificati, Come per tutte le protezioni, anche per questa c’è una normativa europea che ne certifica l’efficacia: è la recente prEN 1621-3 del 2011, che presenta parecchie novità rispetto alle precedenti normative sui protettori. I livelli di protezione sono sempre due, ma ora sono determinati dal test di ripartizione della forza. Resta anche la “classica” prova di impatto diretta: quest’ultima stabilisce che un protettore pettorale è a norma se la forza media residua, dopo 5 impatti con un percussore rilasciato da un metro di altezza per 50 joule di energia, non supera i 50 kN.
Deve assorbire il colpo senza flettere, I protettori del petto vengono sottoposti al nuovo test della distribuzione della forza per valutare se a seguito di un colpo diretto, il protettore si può flettere verso l’interno, spezzando le costole. Questa variazione si è resa necessaria perchè a differenza della schiena, che ha un movimento “ad arco interno”, il torace ha un movimento “ad arco esterno”. La valutazione (calcolata in percentuale e non più in kN) indica il rapporto tra l’assorbimento della prova d’impatto diretta e la prova d’impatto della forza distribuita. Come sempre sono previsti due livelli di protezione: Livello 1 (protezione standard) con un rapporto maggiore o uguale al 15%; Livello 2 (protezione ottimale) maggiore o uguale al 30%.
Ripara anche dal freddo, Il vantaggio di indossare il Chest Protector è anche un altro: portato sotto la giacca, aumenta di circa il 15% il potere isolante rispetto a una giacca che non lo prevede. D’estate invece è meno fastidioso del paraschiena, perchè appena ci si muove è investito dall’aria e quindi evita di fare sudare la zona sottostante. Insomma, si può indossarlo senza problemi tutto l’anno.
Meglio intero o separato? Ci sono due tipi di Chest Protector: quello intero, contrassegnato nelle etichette dalla lettera F (dall’inglese “Full”) e quello separato. Quello intero è più sicuro perchè impedisce la penetrazione di corpi estranei nella parte centrale, cioè lo sterno che invece resta scoperto nella versione “due pezzi”. C’è da dire, tuttavia che la versione in due pezzi è più pratica da indossare nell’uso di tutti i giorni, quando ci si trova a indossare e levare la giacca più volte al giorno.
Fonte: “inSella”